venerdì 1 giugno 2007

La Sacher mi è indigesta, quando la prepara Moretti...

Una scena da The house by the cemetery di Lucio Fulci (1981)
Photo from Flickr

È bello vedere parlare per una volta di cinema italiano. Basta che se ne parli lontano dai pasti. E invece davanti al telegiornale delle 20 ti ritrovi con frasi del genere. Ma andiamo con ordine (ah sì? sarebbe una novità...).

Quentin Tarantino a Cannes ha definito i film italiani così:
"Deprimenti. Sembrano tutti uguali: non fanno che parlare di ragazzi che crescono, coppie in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Cos'è successo? Ho amato tantissimo il cinema italiano degli anni '70 e anche alcuni film degli anni '80, ma adesso sento che è tutto finito. Una tragedia."
Poi prosegue assolvendo il solito Nanni Moretti:
"È un regista che porta energia vitale e respiro al cinema. Ma l'Italia non è più quel che era: potrei fare nomi di registi che mi piacciono provenienti da molti paesi, ma non dall'Italia".

Grazie signor Tarantino.

Passiamo alle dichiarazioni del nanetto sudaticcio, l'onorevole Renato Brunetta, Forza Italia:
"Moretti è l'unico a non aver mai preso un soldo di finanziamento. Per il resto, gran parte della nostra cinematografia, soprattutto quella sovvenzionata, fa schifo ed è fatta da gente marchiata che non vende nulla, perché il pubblico non va a vedere film da schifo".
Pochi hanno commentato queste affermazioni in maniera seria. Ci sarebbe Bellocchio, ma, d'altronde, citare Bellocchio significa svegliarsi il giorno dopo pieno di piaghe su tutto il corpo. Quindi non lo faremo.

Mi dispiace che si dicano queste cose. Mi dispiace davvero come amante del cinema, che apprezzo quasi quanto la musica, altro grosso problema tra l'altro di un'Italia che ama vivere di inedia.
Detesto, soprattutto, che al signor Tarantino dia man forte un Brunetta (niente da spartire col noto critico cinematografico), che diciamolo, di cinema capisce solo le battute dei film con Alvaro Vitali. Un uomo orribile. Brunetta è un economista, e si sa come ragionano gli economisti in Forza Italia. D'altronde basta pensare a Tremonti, un uomo che diceva che il PIL "cresce da solo" e stronzate di siffatta portata. Brunetta si produce in una critica spietata e dai toni veramente cretini, che non nasconde minimamente la sua passione privata: farsi cospargere di escrementi da una cinquantina di piccioni in una camera affittata per l'occasione, vicino piazza San Marco, a Venezia.

Al signor Brunetta basti una replica: il tuo padrone controlla la Medusa Film e altre case di produzione cinematografiche sparse per l'Italia e l'Europa. Non mi pare che abbia dimostrato in questi anni un'acume straordinario nel mandare avanti la baracca. I film di Nanni Moretti poi, prendono di sicuro qualcosina, ma c'è da ricordare anche che i film di Moretti sono tali e quali, nei soggetti e nelle scelte, a quei film che sia il signor Tarantino, che l'ebete Brunetta definiscono come "disgustosi". La stanza del figlio era un film molto stupido. Parlava di una vicenda piuttosto triste, la morte di un figlio durante un'immersione subacquea e del dramma di una famiglia che non si rassegna a tale perdita. Non si rassegna a tal punto che decide di rendirci tutti partecipi, per due ore, di strazi e oggetti infranti, senza mai un momento di silenzio, come se il lutto fosse una cosa che ti porti esteriormente, una copia di Novella 2000. Il dramma di una perdita al tempo di Maria de Filippi, premiato a Cannes sembra non dispiacere a Brunetta e a Tarantino. Eppure è la controprova che il cinema a livello internazionale non si muove se non per sponsorizzazioni maestose, critici ignoranti, pubblico pecorone.
Questi sono i fatti.

Vorrei darci un taglio anch'io con i film di questo genere. E con quelli di Muccino. E con quelli di Boldi, De Sica (che ora escono separatamente, giusto per toglierti la voglia di andare al cinema, dato che tutte le sale sono occupate da cagate). E con quelli di Pieraccioni (basta con la storia di te, che sei l'ultimo dei romantici e ti trovi una figona da paura e pensi di far ridere per 2 ore. Tette e culi e pecoreccio). Basta con le fiction anche. Se il cinema in Italia si fa poco è anche perchè molti degli investimenti, in termini di risorse economiche e umane se li becca la fiction. Basta con i film di mafia. Si sa, c'è. La Piovra era molto caruccia come serie. Le prime 4-5 però...Adesso mettici un Raoul Bova, un Ricky Memphis, un Giancarlo Giannini ed è subito puzza di giudice che salta in aria. Basta con le notti prima degli esami, con i cartai, le buffonate.

Tarantino poi non dovrebbe parlare. Ha fatto i suoi film scopiazzando qua e là. È un genio, anche in questo, per carità, ma sembra aver preso molto dal gusto di un Fulci o di un Bava, per quanto riguarda l'orrido. Quindi cinema che, diciamolo, in Italia non vendeva un cazzo, all'estero pure ed esra snobbato da tanti, prima degli anni 90...Quindi finiamola di fare critiche e diamoci da fare. Questa Sacher è troppo indigesta. Voglio vedermi finalmente un film d'azione o d'avventura figo prodotto in Italia. Voglio vedere la storia. Voglio vedere, chessò un Q o un Collare di Fuoco prodotti e fatti in Italia. Leone poteva farlo, e sapeva imporsi. Noi in America mandiamo Muccino. E si è visto come è andata. Il film magari è carino, ma perchè non l'ha fatto lui.

Bene. Mi sono sfogato abbastanza. Alla prossima puntata: la musica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

vuoi vedere un po' di novità nel cinema italiano? aspetta di vedere il mio, quando sarà finito, eheheh...