mercoledì 26 settembre 2007

Impressioni

Un particolare della cattedrale. La foto è mia. Presto metterò il tutto su Flickr. Ustedes tengan paciencia...

Santiago. Continua il viaggio del vostro eroe nella terra di Spagna. Ed è il momento dopo due settimane abbondanti, di fare una raccolta di impressioni su questa città, nel cuore della Galizia.

Prima di tutto un'impressione geografica: la Galizia è meravigliosa, verde, e piena di posti bellissimi. Peccato non poterli visitare. Senza macchina si è praticamente costretti all'immobilità. La RENFE, la rete ferroviaria spagnola, non arriva dappertutto e esiste un'unica alternativa, affidata ad alcune imprese di trasporti via bus. Una merda. Quindi per andare a Finisterre, meno di 100 km da qui, dovete prendere un Bus della Castromil o della Arriba Norueste che vi porta a destinazione dopo un viaggio comodo ma turistico e noioso. Belli gli scenari che si vedono dal finestrino. Peccato non potersi fermare e ammirare bene il tutto. E anche i costi, se si calcola il tutto, non sono meravigliosi: 22 euro circa per andare e tornare. Ed è una delle mete più vicine. Spero nella bontà e nella voglia di viaggiare di coloro che verranno a trovarmi. Santiago almeno, è abbastanza coperta da un sistema di bus piccolini che ti portano quasi dovunque.

Adesso parliamo dell'Università. Non esiste luogo senza pecche su questa terra e Santiago non fa eccezioni, anzi: se è possibile vi sono delle cose addirittura peggiori che a Padova. Dopo un giro assurdo da un ufficio all'altro, dopo l'approvazione del cosiddetto Learning Agreement da parte dell'Ufficio per le relazioni estere e da parte di un coordinatore per la tua area di studi, bisogna andare all'UXA, che si occupa dell'immatricolazione vera e propria. E, udite udite, la tessera de studente e la tua matricola ti arrivano per posta. Adesso ne ho una provvisoria ma fa abbastanza schifo e per farmi la tessera della biblioteca è stato un casino. Gli orari sembrano in compenso buoni e anche alcuni servizi che l'università offre, ma per il momento non affronterò questo aspetto, perchè sono sicuro che troverò problemi anche su questo fronte.

Santiago ha un casino di negozi, dove si può trovare di tutto, l'abbigliamento costa meno che in Italia, ma in compenso la tecnologia costa di più. Il costo della vita nel complessivo comunque è quello dell'Italia. E leggendo i giornali sembra che tengano anche molti nostri problemi. Con la differenza che qui qualcuno con i coglioni puoi trovarlo, in Italia abbiamo invece una mortadella, una dentiera ammuffita, tette e culi e Clemente Mastella.

I bar sono molto belli. Peccato che fumano tutti come turchi. Un pacchetto al giorno qui è la media e non puoi muoverti per le strade senza sentire qualcuno che tossisce lasciando per strada un polmone. Col rischio di trovartelo nell'impanata o nel polpo a la galega. Aberrante.

Questo è tutto per adesso. Domani parliamo di altro.
Italia, partito democratico e situazioni del vostro puto pais. Sentivate la mancanza eh?

PS: un bacione forte alla mia micina che adesso è tornata a casina dopo una settimana passata qui. Ovviamente mi manca ma per fortuna che dal punto di vista tecnologico non viviamo nel Medioevo!

lunedì 10 settembre 2007

Chegado!

Arrivato a Santiago de Compostela. Bella. La Galizia già dall'aereo appare diversa dal resto della Spagna: verde, piena di dolci e accoglienti colline, punteggiata da piccole fattorie e centri abitati e pale per l'energia eolica. Sono arrivato abbastanza puntuale, dopo un viaggio stancante ma tranquillo. Scegliete Ryanair. Una delle poche cose intelligenti provenienti dall'Inghilterra. All'arrivo all'aeroporto ho scoperto due cose: che i miei bagagli c'erano, e che faceva un caldo della madonna. Tre quarti della roba che mi ero portato non serviva a un cazzo. Ma tant'è. Per la fine della settimana dovrebbe arrivare il resto dei miei bagagli.

Paura in aeroporto: chiamo la mia coinquilina, che gentilmente mi era venuta a prendere, ma non ci siamo capiti molto, io parlavo uno spagnolo bastante de mierda y la batteria era scarica come pochi. Poi è finito anche il credito della mia scheda. Panico. Mi immaginavo già una mummia nel vano bagagli di qualcun'altro. Poi è andata. Siamo arrivati col tassì alle nove circa nella mia nuova abitazione. Piccola, ma almeno funzionale. Avviso ad amici et similia: posto ve n'è poco assai. Quindi ci si dovrà organizzare nel caso di comitive numerose. Dopo un lungo e divertente scambio di battute e una bella doccia, sono andato a mangiare fuori. Ci sono molti posti che garantiscono un pasto decente a prezzi abbastanza economici. Con sei euro ero pieno. Ricordarsi che gli spagnoli adorano il fritto. Quindi non abusarne.

Poi, subito dopo, gran giro per la parte storica della città. Non vi dico l'emozione quando già scorgevo le torri della cattedrale. Poi, arrivato in Plaza de los Reyes Catolicos, avevo la pelle d'oca. Bellissimo. Me l'ero immaginata mille volte ma mai avrei creduto che fosse tanto bella. Vi consiglio tuttavia una vista da un'altra piazza, la Quintana. Meravigliosa. Santiago è piccola ma piena di bar e cafeterie e pub che ti accolgono praticamente fino a tarda notte. L'atmosfera è speciale. Un po' meno il mio spagnolo che, accademico, si infrange contro la dura realtà della vita quotidiana. Stamattina sono andato a fare la spesa. Un devasto. Spero che andrà meglio prossimamente. Per adesso almeno riesco a farmi capire. Il galego lo parlano in molti. Se lo si vuole imparare va alla grande. Stamattina avevo un problema con la connessione e sono andato in un negozio qui vicino. Il tipo si è rivolto a me e mi ha spiegato tutto in galego. Termini informatici compresi. Per fortuna c'era Bel, sennò chi capiva?

Confido comunque di riuscire ad ambientarmi in una settimana, due al massimo. D'altronde è per quello che sono arrivato prima. Più tardi vado in facoltà, che vedrò per la prima volta. Poi nei prossimi giorni farò vari giri e molte foto. Vi farò sapere dove potrete trovarle. Adeu! ;-)

martedì 4 settembre 2007

Manca poco

La foto, stranamente, è presa da Flickr

Come vedete ho cambiato un po' il blog. Mi spiego, anche se ho sbandierato la cosa ai quattro venti. Parto. Vado a Santiago de Compostela. No. Non in pellegrinaggio, ovviamente. Vado lì soprattutto per studiare. Sarò uno studente Erasmus per ben un semestre. Non so come sarà quest'esperienza, ma spero bene. Anche perchè mi darà modo di conoscere un mondo, quello della Spagna e della Galizia in particolare, che mi affascina particolarmente. Magari potrei trovarmi così bene da rimanere lì. Sono solo ipotesi. L'unica cosa che mi dispiace lasciare a più di 2000 km di distanza sono gli affetti. La mia micina, soprattutto. Ma anche gli amici. E i compagni di studi. Ma sì, anche i genitori...Ma per il resto...L'Italia mi sta stretta. Vedelago, Padova, Treviso, Castelfranco, sono diventati ambienti asfittici, penosi. I problemi aumentano. Spesso mi trovo a pensare al mio futuro e cammino pensieroso e rigido, come un pupazzo di carta vetrata. Che cosa abbiamo in mano noi giovani? La risposta si sa è sempre volgare. Quasi quanto la domanda, se posta da gente che ha già un futuro, in un modo o nell'altro. Anche ammesso di trovare un lavoro, anche ammesso di trovarne uno non a tempo determinato, ci sarebbero altre questioni da esaminare. Gli stipendi sono bassi. E il costo della vita è aumentato. I politici si arroccano sulle cosiddette "decisioni responsabili". Lasciare un'intero paese e in particolar modo le generazioni più giovani e motivate nella merda non lo è, cari Culo Parlante & Co. Il pericolo Argentina è dietro l'angolo. Qualsiasi economista serio lo vedrebbe. In Italia però mancano. E manca la gente capace di compiere scelte intelligenti. Senza parlare della nostra mancanza di potere decisionale. Andare a votare, con una legge elettorale del genere, significa scegliere tra un colore ed un altro, dello stesso colore, ma un po' più sbiadito. Un sistema all'americana, che non prevede terzi poli e neanche, udite udite, la possibilità di scegliere chi votare. E così abbiamo delinquenti in ogni dove. Le uniche proteste serie e democratiche dal basso sono ammaestrate da quella foca di Beppe Grillo. Non mi fido di gente del genere. E francamente non dovremmo neanche affidarci ad un comico (oramai fallito) per esprimere il nostro dissenso. In Italia ci vuole più coscienza del nostro essere cittadini. Forse vedo le cose fosche, ma in fondo non tanto meno di come ci vedono dall'estero. Per cui ho deciso , cari Italiani, di vedervi anch'io per un po' dall'estero e vedere come va avanti. La Spagna mi chiama. Vado.