giovedì 26 aprile 2007

Tengo a precisare

Nel post precedente ho fatto parlare in siciliano mia madre. In realtà l'italiano mia madre lo parla benissimo. Beh quasi. Ad ogni modo la mia è stata una scelta di comodo. Di computer ad ogni modo, non ci capisce una mazza. ;-)

Mi scuso con chi abbia il coraggio o la voglia, o ambedue le pulsioni di leggere il precedente post. A volte le sfuriate riescono lunghe e dure. Io l'ho scritto in due round, voi quindi potete fare altrettanto nel leggerlo.

Anzi, a voi scoprire dove sta la cesura...

Trovate il Mezz'uomo!

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Qualche giorno fa, mia madre riceve una telefonata da un mio cugino, che tra l'altro non sentiva sa un po'. Parlando del più e del meno, del fratto, le fratte e delle radici primarie, di irrazionali e quant'altro, mio cugino salta fuori con un:
"Zia, lo sai che ho aperto un blog?"
"I' kimminkia è 'stu blogghi?"
"Un sito internet, ci scrivo chi sono, quello che faccio, parlo della mia famiglia. Basta avere un computer, ti colleghi e mi trovi lì..."
"Ah, cosi di compiuteri è! Bah, ye unni capisciu nenti!"
"Vabbè zi', però magari lo zio, oppure Alessandro possono contattarmi lì, loro un po' ci capiscono mi sembra, no?"
"Sissi! Simmi duni l'indirizzu macari ci lu dicu..."

Quando arrivai a casa, trovai mia madre ad attendermi. Sorrideva. Ma non come gli altri giorni. Di più, molto di più. Tra un po' gli partivano gli attacchi del ponte.
"Ma lu sa' ku mi tilifonò? To cuscinu Mauriziu!"
"Ah! E come sta?"
"Mah, bonu bonu...Ma lu sa' ki avi n'indirizzu di posta? Ka lu po cuntattari ddà..."
"Mah, fammelo vedere...ma questo non è un indirizzo di posta!È un indirizzo di una pagina web!È un blog!"
"Ah, sissi...ma ye unni capisciu nenti di 'sti cosi"

Quando ho un po' di tempo, decido di fare un salto su questo blog di mio cugino. Anche perchè mia madre, che è sempre concitata per certe cose continuava a ripetermelo, a chiedermi com'era ecc...insomma, tra un po' neanche in bagno trovavo pace...Digito l'indirizzo url di questo blog, e mi ritrovo veramente allibito! Ho sempre saputo del pallino di mio cugino per la politica. Ha sempre fatto il tappabuchi per qualche lista all'interno della sua città, nonostante comunque, è bene dirlo, di impegno ce ne mettesse parecchio. Anche gli ideali c'erano. H0 sempre saputo inoltre che mio cugino era un simildemocristiano. D'altronde, in Sicilia, nella Sicilia Occidentale in ispecial modo, non è facile essere di sinistra. Al massimo, se vuoi essere rosso, esci rosato. E al gusto di Tavernello. Così mio cugino è passato in dieci anni dal Ccd, all'Udc, all'Udeur, che in meridione tira tanti voti (mi astengo dal commentare). Ma mai, dico mai, avrei pensato a mio cugino nell'Italia di Mezzo di Follini!

Tristissimo.

Che cos'è l'Italia di Mezzo?
È il nuovo aggregato di Marco Follini, nato dopo vari e maestosi colpi di teatro degni di Houdini verso la fine della legislatura di Berlusconi. Cattolico moderato, da anni Follini si batte per una giustizia che sia giusta, un' uguaglianza che sia uguale, un'economia che sia economica...insomma si batte per avere una riduzione delle sue diottrie. Viene soprannominato Harry Potter per via degli occhiali...credo. Forse l'ha presa un po' troppo sul serio sta cosa, perchè già tronfio di questo allegro nomignolo ti fonda l'Italia di Mezzo! Cazzo, anche Tolkien ed il fantasy vanno a scomodare 'sti deficienti! Mio cugino lo prende sul serio e, zac!, si ammala anche lui di follinite acuta ramocoibentata (che insieme al morbo di Tremaglia miete più vittime di un saggio introduttivo sul quoziente intellettivo di Castelli).

Adesso decide di appoggiare il sindaco prodotto dall'Udeur, tale Li Causi Vito. Decide di supportarlo a tal punto che in un momento di euforia dovuto a non so bene quale agente patogeno, decide di inoculare tutte le stronzate contenute sul sito dell'Italia di Mezzo e le rapporta alla sua città. Praticamente non parla di lui in questo sito. Parla della sua decisione di entrare a far parte dell'Italia di Mezzo. Solo di quello, in un articolo che di suo è più lungo dei miei, ma per fortuna meno di un discorso di Fidel. Pieno di citazioni esemplari e originali (soprattutto la seconda), in un guazzabuglio ideologico propone una teoria che sa tanto di FSS (Finta Svolta Siciliana). Dai tempi del Tancredi del Gattopardo, ma forse prima, dai tempi dei Vespri Siciliani, in Sicilia esistono curiose reazioni ai fenomeni che tristemente affollano questa bella isola del Mediterraneo, mafia e lassivismo feudale su tutti. Ci si accapiglia, si alza uno e dice "basta!", gli altri si indignano, un altro rumoreggia (non con la bocca) e tutto torna come prima se non peggio. Il problema in Sicilia per molti versi non sembra essere la mafia, quanto la politica, meschina, abile nei trasformismi, nei giochi di poltrona, nel "tutto cambi purchè nulla cambi".

Personalmente, tali scelte mi riempiono di tristezza. Se, dal mio canto, anch'io mi dedico alla politica, lo faccio in un clima un po' meno triste, finto. Mi dedico alla politica e mi sgolo, mi indigno, inveisco contro Tizio e contro Caio, senza distinzioni se non la sequela di scemenze che esce dalla bocca dell'uno o dell'altro. Non aderisco in toto a programmi, campagne, partiti. Sono un po' eretico anche in questo. Ho la tessera di un partito, ma non accetto in toto la loro visione del mondo. La giudico solo lievemente migliore delle altre che mi trovo attorno. Ora non so cosa mio cugino ci abbia trovato di bello nell'Italia di Mezzo, è il classico progetto che va bene in meridione, e diciamolo, anche in Italia. Il progetto del "vuol dire tutto, vuol dire niente".

Ma si sa, per un giovane, in Sicilia, come del resto in larga parte d'Italia, è dura fare politica attivamente. È facile cominciare attivi e pieni di ideali, e poi tramontare, da qualche parte in mezzo all'Italia, o nell'Italia di Mezzo.

mercoledì 25 aprile 2007

Pericolo Dio!

Bene, la Liberazione è passata e ognuno tornerà a pensare ai fatti suoi, alla faccia della concordia nazionale. Dal mio canto, si sa, non vedo di buon occhio preti e lacchè del pretame, Papi e Paparatzi, Ruini e burini. Credo che, se lasciassero stare chi non crede, o se aderissero davvero ai loro precetti religiosi, quelli di Cristo, magari otterebbero un po' di simpatia.

Ma sì.
Chi se ne frega.
Ho deciso di gettare un ramo d'Ulivo per loro.
Nel fuoco.
L'ho chiamato "Pericolo Dio" e tenterò di proporvelo di tanto in tanto. Così. Giusto perchè non crediate che questo blog sia serioso.
O blasfemo.



Una vera liberazione.

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Oggi cade la ricorrenza di un giorno assai importante della storia italiana. La Liberazione. Il 25 Aprile del 1945 si avviava quel lungo e faticoso cammino verso la pacificazione di un conflitto che era sfociato in guerra civile. In realtà, quel conflitto non si è mai sopito e torna, di tanto in tanto a farsi sentire. È tornato in forze soprattutto durante i 5 anni di governo Berlusconi, quando una masnada di ex repubblichini e piduisti tornarono a ribadire che la Resistenza era una forma di banditismo, che commise atrocita imperdonabili e che in verità furono soprattutto (o solamente) gli Americani a liberarci dal nazismo (non nazifascismo, termine più corretto, ma ignorato dagli uomini di destra. Sono gli effetti di una malattia che prende il nome di morbo di Tremaglia, assai diffusa in Italia).

Con i libri poi del sedicente giornalista Giampaolo Pansa, si è trovata quella giustificazione, quella prova tangibile dietro cui nascondere le proprie nere convinzioni. Pansa dimentica le stragi nazifasciste, non gli importa nulla. Attacca la Resistenza ed in particolare le (peraltro poche) formazioni di ispirazione o stampo comunista, accusandole di aver compiuto le peggiori atrocità ai danni dei fascisti (ma pensa un po', sti mascalzoni) e (addirittura) delle altre formazioni della Resistenza. Sono tutte balle. Non tanto perchè io abbia le prove per smontarle (non sono uno storico, ma credo che uno storico ci riuscirebbe) quanto perchè neanche il signor Pansa le ha.

Nel mio territorio, la Castellana, si è combatutto parecchio. la Brigata Cesare Battisti e la brigata San Martino versarono pesanti tributi in nome della liberazione da un regime oppressivo e violento. A Vedelago vennero impiccati tre ragazzi, davanti alle famiglie. A Castelfranco qualcuno in più. A Bassano vennero impiccati 31 partigiani agli alberi della via principale. E mi si parla di sangue dei vinti? Credo che il processo di defascistizzazione dell'Italia, tanto auspicato da Pasolini sia ancora lontano. Ma stando a Pansa e a Berlusconi, anch'io starei facendo retorica.

Vabbè, l'ho sempre saputo di essere un po' di sinistra. Ma non sono un nostalgico. Guardo al presente e spero che il futuro migliori. Lorsignori possono dire lo stesso?

giovedì 19 aprile 2007

A Corto

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Sono appena stato a Cortina, per un'iniziativa piuttosto strana. Di suo il progetto sembrava interessante: "Cortina incontra le minoranze". In realtà, la minoranza in questione era una sola, quella ladino-ampezzana. Vabbè, uno dirà, è solo una questione di titolazione. In effetti il problema è un altro.
Se si vuole porre l'attenzione su un problema, lo si affronta seriamente. Qui non si è fatto.

Innanzitutto. Sono un linguista e affronto il problema delle minoranze linguistiche seriamente.
Davanti ad una lingua che rischia l'estinzione non si è mai contenti. Ma se il ladino si estinguerà dalle montagne venete, trentine, svizzere e dal Friuli, non sarà certo per cause naturali. Essere in minoranza costa. A noi. Sono fondi che vengono prelevati da regioni, stato, enti locali. Vanno a finire, se ci va bene, ad alimentare progetti come quest'iniziativa, che comunque prevedeva il contributo scientifico di una linguista attenta e qualificata come la prof. Laura Vanelli dell'Università di Padova, che ha portato in trasferta gli studenti del corso di Linguistica Ladina per un ciclo di tre lezioni. Se ci va male, invece, dei soldi che la legge 482/99 garantisce a sostegno delle minoranze si perde la traccia.

Ma non è neanche questo il problema.

Andate in giro per la rete: visitate il sito dell'Istituto Ladin de la Dolomites. Poi andate su quello dell'Associazione Culturale Cesa de Jan. Guardate l'url: sono uguali!
Vergognatevi!
Non siete neanche capaci di mettervi d'accordo neanche nell'uso di un dominio sulla rete!

Non tollerate i ladini trentini e quelli romanci. Il friulano non lo volete nemmeno sentire. Mi domando che razza di ladinità preservate, razza di ignoranti bifolchi (e questo è solo un complimento). Difendete le vostre tradizioni, ma escludete ogni interesse da parte di gente non ladina. Anzi, se capita insultate chiunque tenda una mano in vostro favore. Perchè dovete farcela da soli, tirarvi fuori da soli dal dimenticatoio in cui siete lentamente risucchiati. E se non ce la fate, pazienza. In realtà a voi piace rotolarvi nel fango dei vostri complessi, cuocendovi al sole della vostra stupidità. Questo ha un nome: sindrome delle minoranze.

Ce l'hanno tutti i popoli che in un modo o nell'altro si sentono esclusi, non capiti, emarginati. Ce l'hanno le comunità con un passato importante da difendere, con tradizioni di cui si sentono orgogliose. Noi non possiamo capirvi, non possiamo sentirvi, noi siamo stronzi e miserevoli, calpestiamo la vostra identità. Ma vi diamo dei fondi. Soldi.
Con i quali potete continuare a sentirvi minacciati e calpestati.

Sono stufo di sentire sempre queste idiozie. È da sempre una questione di soldi. Adesso Cortina e mezzo Cadore vuole passare dal Veneto al Trentino. Come Asiago e l'Altopiano dei 7 Comuni. Perchè? Per una questione di soldi. Cimbri. Ladini. Quando si sente l'odore del dio denaro si è pronti a tutto pur di averne un po'. Anche a mettere da parte la propria identità se serve.

venerdì 13 aprile 2007

Boondocks: il diritto di essere (neri e) contro

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Segnalo un fumetto particolarmente interessante apparso negli ultimi anni: i Boondocks. In Italia passano in sordina. Come molte opere interessanti. Ma in Italia, si sa, abbiamo Nanni Moretti. Ciò può bastare.

I Boondocks sono una irriverente satira della società americana (e non solo). I protagonisti principali, Huey e Riley, sono due bambini afroamericani trasferitisi dai sobborghi Chicago in una sperduta cittadina borghese, Woodcrest (da qui il titolo, Boondocks, che significa "luogo isolato, sperduto", un "buco di culo di posto" per dirla meglio, dato che il termine lo coniarono dei marines americani di stanza nelle Filippine. Chiusa parentesi).

Huey è un intellettuale, di estrema sinistra, impegnato politicamente. Non socialmente però, infatti nessuno lo prende in seria considerazione, e il suo cinismo e pessimismo, non aiutano di certo a migliorare i classici "difetti di comunicazione" in cui possono ritrovarsi molte persone impegnate nella politica e nel sociale, o con idee radicalmente progressiste (non fate parallelismi con la società italiana se avete in mente DS, Margherita, Radicali et similia).
Riley è totalmente infervorato dalla cultura hip-hop. Guardate un video di Ja Rule, Snoop Doggy Dogg e 50 Cent e avrete un'idea. È schiavo di un'immagine controproducente offerta dai media.
Guardare il mondo e soprattutto l'America attraverso gli occhi di questi due personaggi fa riflettere, non solo ridere. Si parla di discriminazioni, razzismo, diritti calpestati, guerra al terrorismo, film, musica. Ce n'è per tutti i gusti.

L'autore, Aaron McGruder è laureato in Cultura Afroamericana, è politicamente e socialmente impegnato, corteggiato da molti congressmen democratici e dai (minuscoli) partiti di estrema sinistra. Lui, non ama troppo i riflettori però, e si dedica a ciò che sa fare meglio, scrivere, ideare, produrre. Recentemente, nel Novembre del 2006 ha smesso di disegnare i Boondocks. Non se ne conoscono totalmente i motivi, ma comunque continua a sceneggiare film, programmi tv e fumetti.

In America sono usciti 5 volumi che raccolgono buona parte delle striscie apparse su alcuni tra i maggiori quotidiani statunitensi. In Italia le striscie dei Boondocks sono state tradotte da Michele Serra, giornalista, redattore e autore televisivo. Se non lo conoscete guardate Che Tempo Che Fa su RAItre, è tra gli autori del programma. È molto bravo e qui lo dimostra ancora una volta, traducendo in modo impeccabile le striscie di Aaron McGruder. I Boondocks li trovate su Linus, la nota rivista di fumetti "intelligenti", e in due volumi, editi da Arcana Boondocks: il diritto di essere contro e Boondocks: nemico pubblico numero due.

Vi segnalo anche il cartone, di recente uscita, un po' diverso in verità dal prodotto cartaceo, ma altrettanto interessante e ben riuscito. Sfortunatamente lo trasmette MTV, che odia i palinsesti intelligenti. Vi conviene scaric...
Io non ho detto niente.
Comunque qui vi offro un minimo assaggio edito da YouTube.
Buona visione. E buona lettura.


mercoledì 11 aprile 2007

Dimenticare Kabul

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Emergency lascia Kabul, l'Afghanistan, e un'intera comunità da aiutare. Ma non avviene per cinismo, calcolo politico, menefreghismo.

Un certo Amrullah Saleh, responsabile dei servizi di sicurezza afgani, ha recentemente rilaciato un'intervista ad un quotidiano italiano nella quale l'organizzazione di Strada viene accusata in quanto "fiancheggia i terroristi e persino gli uomini di Al Qaeda in Afghanistan". Prima della vicenda Mastrogiacomo, nessuno aveva mai sentito parlare di servizi segreti afgani. Mi domando da dove sbuchino. E a cosa servano. Sono affidabili? Se sono come Karzai, come minimo si sono laureati ad Harvard o a Yale, quindi suppongo che un minimo di preparazione ce l'abbiano.

Certo i risultati del loro operato sono sotto gli occhi di tutti. Il paese è allo sbando. Senza risorse, a parte l'oppio. L'economia è in mano ad alcune multinazionali chiaramente non afgane. I talebani si stanno via via ricompattando nel sud del paese. Racimolando consensi tra la popolazione, non solo per motivi religiosi. I sequestri di persona, non si contano più e quasi sempre finiscono nel sangue, soprattutto per la popolazione afgana. Osama Bin Laden, è ancora in libertà. E sembra che viva da quelle parti. Il mullah Omar, uomo dal nome banale quanto il cattivo di un film di Schwarzenegger, è fuggito con una motocicletta e ha passato il confine, mentre Kabul era sotto assedio. Meglio di Steve McQueen ne "La grande fuga".
Ed è ancora in libertà.

Proprio degli ottimi risultati, non c'è che dire, carissimi servizi segreti afgani. E dopo questi successi, perchè quest'odio verso Emergency? Perchè di odio o strategia politica si deve trattare, se si accusa un'organizzazione che dal 1994 ha fatto un sacco per il vostro paese.
E il governo italiano dov'è? Dopo aver strattonato per la giacchetta Strada quando gli serviva, adesso dedica soltanto due paroline di circostanza. La sinistra radicale con Mastella giudica l'operato della ong "meritorio", ma avverte sui possibili rischi nell'avere rapporti con tutti. Lui ne sa qualcosa? La sinistra, quella vera, è seriamente indignata. Ma con i moti d'indignazione cari figlioli si fa poco. Bisogna fare.

A coloro che non sappiano nulla di Emergency, ai servizi segreti afgani, alla destra italiana e a Ca(pe)zzone, consiglio un meraviglioso quanto angosciante libro di Gino Strada, "Pappagalli Verdi" edito dalla Universale Economica Feltrinelli. È la storia di un medico che, nell'indifferenza di istituzioni, governi, servizi segreti e quant'altro, tenta di salvare centinaia di vite che la guerra rischiava di portare via. Indipendentemente dalla fede o dal colore politico. Ma solo perchè era giusto. Molte pagine sono dedicate all'esperienza a Kabul. Le più toccanti. La prefazione è di Moni Ovadia.
Buona lettura.

venerdì 6 aprile 2007

Sono solo inglesi!

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Un mese fa circa, si parlava della violenza negli stadi, si parlava del comportamento incivile dei cosiddetti ultrà, gente ignorante e pericolosa. Durante una partita, Catania-Palermo, le tifoserie estreme delle rispettive squadre avevano deciso di ignorare la partita e darsele di santa ragione. La polizia era intervenuta. C'erano stati feriti ed era morto un agente. Dopo questo bello spettacolo, ci si aspettava dai nostri politici, dai media, dalla gente comune, un po' di buonsenso.

E invece, durante Roma-Manchester, pochi giorni fa, un'altra scazzottata. Solo che stavolta, gli inglesi hanno deciso di metterci lo zampino. E ad essere accusati sono stati stavolta i poliziotti.
Non mi importa un tubo del calcio. Ma mi domando quali pesi e misure adotti la polizia inglese, quando si tratta del LORO ordine pubblico. Ricordate quando venne freddato un ragazzo brasiliano, perchè sembrava un possibile attentatore? Sembrava. E non lo era. O quando ci sono le manifestazioni, magari contro scelte di governo poco intelligenti, contro la guerra, contro lo strapotere delle multinazionali. Picchiano anche la gente indifesa. Donne. Vecchi. Bambini. La vostra indignazione, giornali e popolo inglese, la riservate solo per gli altri.
I nostri poliziotti, non sono meglio dei vostri. Se poi vogliamo parlare della mancanza di misure cautelari per tenere a freno i riottosi, allora ben venga. Ma quando la polizia deve fare ordine pubblico nel mucchio, le dinamiche con cui ciò accade sono note a tutti. E valgono per tutti.

Ovunque.

giovedì 5 aprile 2007

Dio C'è


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La Chiesa si interessa di noi. Ci chiede come stiamo, in chi crediamo, quanto prendiamo, quanto gli diamo, quando ci sposiamo.

Cominciamo a fare anche noi a fare i conti in tasca alla Chiesa.

Tanto interesse va ricambiato.

Chi paga i conti della CEI?
Dio?
Non credo.
Quanto guadagna un prelato? Più o meno di Maria de Filippi? Quanto paga di ICI? Ha aperto dei mutui di recente? Quanto guadagna SAT2000, la rete televisiva della CEI? Domande che meritano una risposta non trovate?
Dove si cura un prete? Dove si cura Ruini? Vuoi che a settant'anni non gli sia venuta almeno, chessò, la pertosse?
Quanto guadagna la perpetua di un prete? O almeno cosa ci guadagna? Dove vive? Convive?

Chissà perchè, queste cose, le pecorelle del gregge di Dio, non se le domandano mai...

martedì 3 aprile 2007

Continuiamo a riflettere

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Angelo Bagnasco, subentra a Ruini alla guida dell'Opus CEI, l'alto consiglio della reale monarchia vaticana. È contento. Ha capito che dal suo scranno potrà parlare, ogni qual volta ne abbia la voglia, su qualsiasi tema gli stia a cuore. E un giornalista, servizievole e timorato, raccoglierà le sue parole. Parole che renderanno fertile il TG della sera. In altre parole letame.

Letame concentrato, letame surrogato, la parola, specie se di Dio, o presunta tale, riempie con gioia le pagine di giornali, riviste, dichiarazioni, talk sciò.

Vespa e la suora miracolata.
Il Papa e Rutelli.
La Binetti e il cilicio.
Ruini e Rossella (Carlo).

Angelo Bagnasco, si sveglia un sabato e ha voglia di parlare. Convoca i giornalisti. E in pigiama declama: "adesso approverete i Dico, domani sarà il turno di incesto e pedofilia."
Ed è subito letame.
Tutti i tg della sera aprono con le dichiarazioni della CEI, riprese da ogni angolatura. Poi è il turno dei politici, quasi tutti concordi con le parole del cardinale. Qualcuno non è d'accordo, ma si esprime pacato. Qualcuno è incazzato, ma non viene intervistato.

Su cattolici, fatemi contento, difendete anche questa carrettata di letame. Datevi da fare, tuonate il vostro consenso. Papa Boys, intonate canti di gioia, e ringraziate Ratziger. Ci ha ricordato che andremo all'inferno. Come, non volete andare all'inferno? Allora dimenticatevi il libero arbitrio, seguite come pecoroni ciò che gli alti prelati vi dettano, e nutritevi, sì, nutritevi della parola di Dio.
Parola che è fertile.
E dà la vita.
...
La conclusione ve la lascio immaginare...

Cominciamo a riflettere...

Da "La Repubblica":

GENOVA - Il presidente della Cei monsignor Angelo Bagnasco è da ieri sotto la protezione della polizia. Ieri mattina all'alba è comparsa sul portone centrale della cattedrale di San Lorenzo a Genova, la città dove Bagnasco è arcivescovo, una scritta a lettere cubitali tracciata con la vernice spray bianca: "Bagnasco vergogna", la risposta alle dichiarazioni dell'arcivescovo sui Dico, che nei giorni scorsi avevano sollevato polemiche senza precedenti. Scattata la telefonata alla polizia, per precauzione la questura di Genova ha deciso che d'ora in poi nelle sue uscite l'arcivescovo sarà accompagnato dalla scorta.

Sabato sera le precisazioni ufficiali dell'Arcidiocesi e dell'Avvenire avevano tentato di disinnescare il caso sollevato dalle parole di Bagnasco, spiegando che nel suo discorso il vescovo non aveva assolutamente voluto accostare i Dico all'incesto e alla pedofilia, ma la polemica non si è placata. E gli effetti si sono visti ieri mattina con la scritta sul portone della cattedrale. Ad accorgersene sono stati i custodi nelle prime ore del mattino, che hanno avvisato la polizia; subito sono arrivati una volante e gli uomini della Digos. Alle dieci la scritta era già stata cancellata.

Ma resta la preoccupazione per un clima sempre più pesante. E anche se gli investigatori pensano ad un atto isolato, perché la scritta non era accompagnata da simboli o firme di alcun tipo, è prevalsa comunque la linea della prudenza. Per l'arcivescovo è stata scelta una protezione "soft", in sostanza monsignor Bagnasco dovrà avvertire la polizia ogni volta che esce e la scorta lo prenderà in consegna.

La protezione della scorta era già stata disposta dalla questura di Genova per il cardinale Tarcisio Bertone, quando era arrivata la nomina a Segretario di Stato vaticano, mentre in passato, nei giorni del terrorismo, era stata assegnata all'arcivescovo Giuseppe Siri.
Ieri il presidente della Cei è rimasto tutto il giorno in sede per una serie di riunioni e appuntamenti già in calendario da tempo, probabilmente negli incontri si è parlato anche delle polemiche dei giorni scorsi, ma dalla Curia non sono usciti commenti ufficiali. Alla riunione del Consiglio affari economici della diocesi l'arcivescovo si è presentato con il volto teso ed ha lasciato la sala diverse volte.

A Bagnasco è giunta la solidarietà del mondo politico. Un gruppo di senatori dell'Ulivo ha espresso "indignazione" per le offese al presidente Cei, mentre secondo la parlamentare ds Roberta Pinotti la scritta "offende Bagnasco e tutta la chiesa". Renzo Lusetti, responsabile informazione della Margherita, invita "ad abbassare i toni della contesa al fine di ristabilire nel paese un clima di civiltà".

Parole di solidarietà al prelato anche dal centrodestra: Alfredo Mantovano di An chiede di far prevalere "il senso di responsabilità", per Isabella Bertolini di Forza Italia "l'inquisizione laicista ha colpito ancora", per Luca Volontè, Udc, le scritte sono "un segnale grave". Anche il presidente nazionale di Arcigay Sergio Lo Giudice ha espresso solidarietà a Bagnasco "ma ancor più alle vittime delle sue affermazioni dei giorni scorsi".