giovedì 14 giugno 2007

Paletti e restrizioni per l'utente rincoglionito di domani

Photo from Flickr

Partiamo come al solito da una notizia:

NEW YORK - Per evitare futuri boicottaggi e soprattutto cause miliardarie, YouTube, il popolare sito con i filmati di tutti i tipi, ha messo a punto un vero e proprio meccanismo di impronte digitali per riconoscere le immagini protette da copyright. Il nuovo sistema, di cui sono in corso in questi mesi i primi test, sarà a punto entro la fine dell'anno. E' il frutto di una collaborazione tra la Google (che ha acquistato YouTube) ed i colossi dell'entertainment Disney e Time Warner. Un gigantesco database possiederà tutte le scene protette da copyright, che poi verranno messe a confronto con i filmati inviati a YouTube. Se il caso, il video sotto accusa verrà sospeso e quindi ritirato definitivamente nel caso in cui la società 'vittima' lo chiederà.

Siamo alle solite. Internet abbatte il copyright, la diffusione della cultura e dell'informazione si fa libera e incontrollata. Allora i mastini dell'ignoranza insorgono. Parlano di protezione del diritto d'autore, quando in realtà è solo la salvaguardia del loro profitto e dello status quo generale. Ci vogliono tutti scemi. A legittimare tali affermazioni sembrano entrare a proposito le critiche che mensilmente piovono sui programmi e le tecnologie open source, e sulle iniziative di condivisione del sapere come Wikipedia. Unito a tutto ciò, si osservi come i giovani leggano ormai assai poco, in Italia sono il 45%. L'Italia è sempre all'avanguardia quando si parla di retrocedere. In realtà in altri paesi la situazione sembra meno grave. A far da traino ovviamente, per alfabetizzazione primaria e secondaria (informatica) rimangono i paesi del Nord Europa.

Internet ha una storia curiosa. Nasce come tanti altri prodotti tecnologici dalla ricerca militare, ma poi viene usato per scopi anche civili e antitetici agli scopi iniziali. A cosa serve Internet oggi?
Serve, o perlomeno dovrebbe servire, ad abbattere quelle barriere che impediscono a molte persone di accedere ad una propria cultura. È facile imporre una cultura sugli altri. Basta bombardarli letteralmente di questa. Senza alcuna alternativa. Tra il TG1 e Articolo 21, se dovete informarvi, scegliete la seconda. Molti scelgono la prima e gli effetti si vedono: vomito, febbre alta, morbo di Tremaglia, delirium tremens folliniano, qualunquismo bipartisan. Andate su Mega Chip, sulla home page del Manifesto, girate per i blog: in mezzo alla fuffa e alle scemenze troverete alcuni brandelli di verità e forte dosi di cultura. Cultura di cui potreste fruire e che potreste condividere attraverso una qualsiasi rete P2P.


You Tube, e quindi Google, hanno deciso di lasciarci a secco. Andiamo ad abbeverarci altrove.

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